“La cultura in mille modi rafforza la concezione per cui la violenza maschile sulle donne è un qualcosa di naturale, attraverso una proiezione permanente di immagini, dossier, spiegazioni che legittimano la violenza, siamo davanti a una violenza illegale ma legittima, questo è uno dei punti chiave del femminicidio”.
Le parole dell’antropologa Marcela Lagarde, una delle prime teorizzatrici del concetto di femminicidio, sono estremamente risolute, in quanto la violenza sulle donne, riguarda tutte le forme di discriminazioni di genere, che annullano la libertà ed identità femminile nella sfera fisica, psicologica, verbale e sessuale.
Oggi 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro la donna, una data simbolica per riflettere collettivamente sulla gravità del fenomeno. Un momento in cui su giornali, televisioni, radio, si scatena una vera e propria corsa per affermare una grande consapevolezza nella pubblica opinione. Sarà un susseguirsi come ormai avviene da anni, di servizi televisivi confezionati per celebrare chi sostiene le campagne del “No alla Violenza”. La “televisione del dolore” riuscirà ancora una volta a stupirci in negativo, tutto verrà banalizzato, verranno lanciati i soliti scontati appelli che hanno il solo risultato di alimentare l’illusione che il fenomeno della violenza possa risolversi con le chiacchiere da salotto o con le buone parole.
E domani? … purtroppo la violenza sulle donne non è un evento stagionale, chi spaccia per amore il proprio desiderio di possesso e sottomissione dell’altro, non lo fa solo in un determinato periodo dell’anno. Chi è violento lo è tutto l’anno e durante tutti i restanti 364 giorni che mancano al prossimo 25 novembre, continueremo a sentire vicende di donne maltrattate o uccise.
L’attenzione e l’impegno di chi davvero cerca di fare una corretta informazione, di chi tenta di abbattere arcaici stereotipi e pregiudizi deve essere costante.
I numeri che si registrano sono drammatici, un anno fa è stata varata la nuova Legge per tutelare le Donne e dare un segnale forte a chi delinque, ma questo purtroppo non ha evitato che in un anno, più di 1 milione di donne siano finite nella rete dei soprusi al maschile.
Quello che dai Centri Antiviolenza emerge è una forte richiesta di concretezza, l’impegno delle istituzioni deve essere tangibile. Un Paese che intende definirsi Civile, ad una donna che ha maturato consapevolmente la decisione di interrompere una relazione con un partner violento, deve garantire tutela, il diritto di essere ascoltata da personale adeguatamente formato ed offrire strutture protette in cui ospitare lei ed i suoi bambini.
Questo è quello che viene chiesto, in Italia oggi manca un sistema strutturato di interventi che rispetti gli standard definiti a livello internazionale.
Oltre agli slogan ed alle belle dichiarazioni che registreremo nelle prossime ore, si chiede che il Presidente del Consiglio, aumenti i fondi previsti nella legge sul femminicidio per far fronte seriamente al problema della violenza.
Si chiede un impegno di 365 giorni.
Rossella Diaz
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